L’arte per me è curiosità, scoperta di sé stessi in rapporto al mondo e soprattutto ricerca.
Ho iniziato la mia avventura artistica con un po’ di ritardo rispetto a quanto succede normalmente. Ho quindi tentato di recuperare quegli anni con quell’entusiasmo a lungo represso.
Il primo amore è stato per la pittura. Ho cercato di dare nuova vita anche a materiali poveri, di recupero. Nelle tele il colore forte e dominante veniva da me interpretato con istintività, passione e grande emozione.
Più tardi, la materia ha preso il sopravvento portandomi verso la tridimensionalità e quindi la scultura. Non volendo dipendenza alcuna e rifuggendo manierismi di sorta ho cercato qualche cosa che fosse solamente mio. Ecco allora l’idea di intrecciare i fili come a formare la maglia di un tessuto e a “costruire” la materia. Inizialmente questi intrecci rappresentavano l’ossatura delle mie sculture e venivano poi ricoperti con le stesse tele di lino che utilizzo per i dipinti e sulle quali ponevo ceneri e pigmenti vari.
Poi ho messo a nudo i miei fili.
Nella costruzione di questi corpi tronchi non mi sono preoccupata di compiacere, provocare o dissacrare, ma ho cercato di esprimere in modo armonico e lirico la complessità, la precarietà e la fragilità della vita.
Rappresento la vita chiusa tra due soglie: la nascita e la morte. Per questo motivo le mie sculture sono tronche, con un corpo che si sfilaccia. Costruendo, iniziando a distruggere, essere e non essere, nella vita noi come ciechi, in mancanza di riferimenti non riusciamo a intravederne il senso.
Ora realizzo le mie sculture con fili metallici di varia natura, preferendo esprimermi attraverso grandi forme.
Intreccio questi fili senza seguire un progetto precostituito perché concepisco così l’arte, come qualcosa che si sprigiona, irragionevole e immediata.
E’ l’opera che ti conduce, non sei tu che la governi e io mi lascio condurre seguendo semplicemente l’ispirazione che la materia mi suggerisce per arrivare, con un lavoro estremamente minuzioso e faticoso, ad un risultato finale che prende lentamente forma in un complicato intreccio di materia duttile e al tempo stesso così resistente. Frutto della sola forza delle mie mani.
Mi esalta toccare, plasmare e modificare. Spero che nella mia scultura si imprima la magia di qualcosa che si modifica. Un semplice filo di rame o di ferro dà vita a una struttura capace di emozionarmi come se stessi lavorando a un elemento vivo: tale è il coinvolgimento da annullare in me ogni fatica.