"...le fantasie cosmiche della Santinello sembrano dipinte su immense garze le cui trame [...] conservano una magica trasparenza."
Giovanni Testori
(Compagnia del Disegno - Milano, 1991)
"Ha scelto una materia duttile ma laboriosa Anna Santinello, per consentirsi quel valore di unicità che, oggi, l'arte sta via via dimenticando…"
Maurizio Cecchetti
(Galleria Interart - Monaco di Baviera, 1993)
“Un simulacro spirituale: [...] è raro trovare immagini più icastiche di quelle della Santinello a testimoniare il mistero esistenziale della figura umana, [...] il corpo appunto; mistero che è continua dialettica di pieno e vuoto, [...] come incessante dialogo tra il pieno, [...] la carne e il vuoto della psyche [...]
Le sculture recenti della S. esaltano una visione archetipica ad alto gradiente poetico, accoratamente dimessa nell’uso di materiali - anche industriali - [...] ma riscattati da un lavoro di testure e di assemblaggi che documenta una genialità tutta femminile [...]"
Domenico Montalto
(Avvenire - Milano 21/06/2000 - "Santinello, il ferro con l’anima")
"...la Santinello ha una tale sicurezza, nel proprio modo di esprimersi, della propria originalità, che può rasserenare la drammaticità della visione."
Rossana Bossaglia
(Compagnia del Disegno e Castello Sforzesco - Milano, 2000)
"...è [...] sempre la sua forza indomita, indomabile a colpirci, a invischiarci nel filo spinato della sua visione fatta di spurghi e di materie, di cieli trafitti e di corpi sofferenti."
Marco Vallora
(Compagnia del Disegno e Castello Sforzesco - Milano, 2000)
"Le aggressive sculture in marmo e in grovigli metallici di Anna Santinello […] sono terrificanti, formidabili […] incutono paura […] Una scultura che raffigura […] brandelli deformi di corpo umano è comprensibile perché rappresenta qualcosa. Ma il punto é questo: capire cosa c'è dietro il “qualcosa”…"
Mario Pancera
("Anna Santinello, sculture perverse di una signora assolutamente perbene", da Il Giornale - 14 Agosto 2000)
"…per poco che sostiamo sulla scena così piena e al contempo così vuota di questa scultura intimamente ambigua e folta di pathos, siamo presto indotti a [...] inoltrarci nell’azione performativa che la mobilita, mentre riconosciamo l’alta potenza espressiva dell’artista."
Tommaso Trini
(Spazio T-Art - Milano, 2002)
"…oltre alla forza disinvolta ma enorme che gli artefatti sprigionano, colpisce subito anche l’eleganza fine e rara del segno filomaterico non riferibile a nessun altro scultore o scultrice della nostra tradizione moderna."
Bruno Ceccobelli
(Sogliano al Rubicone, 2006)
"C'è forza nella sua creatività ma anche dolore, resistenza e cedimento, potenza e impotenza. Il tema della potenza femminile, contrapposta al potere maschile, si evidenzia qui in modo esemplare."
Silvia Vegetti Finzi
(Vecchiato Art Galleries - Padova 2011)
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